Il mondo di Beaurepaire
di Vittoria Crespi Morbio. Prefazione di Edmonde Charles-Roux. Testi di André Beaurepaire, Appunti di lavoro; Vittoria Crespi Morbio, L’ingenuità del meraviglioso; cronologia di Rahaël Rémiatte. Collana «La Scienza Scenica». Umberto Allemandi & C., Torino 2012. Edizione italiana e francese, pp.103.
Scoperto nel 1945 da Christian Bérard, subito lanciato da Jean Cocteau fra i protagonisti della vita culturale e mondana francese, André Beaurepaire fu, a poco più di vent'anni, un'apparizione di grazia fulminea e di fantasia sconfinata. Lo vollero subito, come scenografo per le proprie creazioni, lo stesso Cocteau, Frederick Ashton, Roland Petit, Louise de Vilmorin, Jean Genet, Gian Carlo Menotti, il suo nome venne conteso dalla Scala e dall'Opéra di Parigi, i suoi disegni furono esposti a Londra e a New York. Il suo stile originalissimo, senza maestri e senza eredi, illustrò la musica di Stravinskij e di Prokof'ev ma anche le canzoni di Edith Piaf. Oggi Beaurepaire, ancora attivo nel suo studio di Parigi, ancora fascinoso enfant terrible, è l'ultimo testimone di un mondo artistico omogeneo, nel quale la cultura europea del Novecento ha toccato uno zenith effimero e sfavillante.