La Scala di Napoleone. Spettacoli a Milano 1796-1814
di Vittoria Crespi Morbio.
Testi: Vittoria Crespi Morbio, Archi di gloria;
Alain Pillepich, Milano capitale italica; Matteo Collura, Bonaparte? Fa rima con arte.
Collana «Sette Dicembre».
Umberto Allemandi&C. / Amici della Scala, Torino 2010.
Edizione italiana, pp. 200.
I milanesi, scrisse Stendhal, erano «un popolo che si annoiava da cento anni» quando il generale Bonaparte fece l’ingresso in città a capo della sua giovane armata, il 15 maggio 1796. Da quel giorno il volto di Milano cambierà per sempre. La vita sociale, la passione per le cose belle, la disciplina estetica regolata su nuovi canoni, la moda esemplata sulle figure di Giuseppina e poi della consorte di Eugenio de Beauharnais, l’amata Augusta Amalia, la frenesia per gli spettacoli di teatro, di danza, di musica, renderanno la città una capitale scintillante e fastosa. I pittori come Andrea Appiani, i grandi scenografi, Paolo Landriani, Giovanni Perego, Alessandro Sanquirico, una folla di urbanisti, di architetti, di esperti d’ornato, cambieranno il volto di Milano e specchieranno il fasto di Napoleone nella spettacolarità delle produzioni al Teatro alla Scala. In meno di vent’anni il terreno diviene fertile: si annuncia, con i debutti del giovane Gioachino Rossini, la grande stagione del melodramma romantico.