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Wagner alla Scala
di Vittoria Crespi Morbio.
Testi: Vittoria Crespi Morbio, Un labirinto per Wagner; Franco Serpa, La scena per Wagner. Apparati: Andrea Vitalini, Richard Wagner alla Scala dal 1873 al 2007.
Amici della Scala, Milano 2007.
Edizione italiana – inglese, pp.132.
Toscanini debutta alla Scala nel 1899 con I maestri cantori di Norimberga e, in nome di Wagner, sosterrà le celebri riforme che approdano all’abbassamento dell’orchestra e alla costruzione del ‘golfo mistico’; dopo di lui, le edizioni del repertorio wagneriano dirette da maestri quali Antonio Guarnieri, Wilhelm Furtwaengler, Victor de Sabata, Gino Marinuzzi, Clemens Krauss, Herbert von Karajan, Karl Böhm, hanno fatto storia.
Nella concezione di Wagner, il teatro musicale doveva rifondarsi come “opera d’arte totale”: un’unione perfetta di parola, musica, gesto scenico, immagine. Solo così il teatro avrebbe trovato il proprio riscatto, si sarebbe liberato dalla funzione decorativa cui la società moderna l’aveva relegato, e sarebbe stato in grado di esprimere attraverso il mito il concetto del “puro umano”, vale a dire della natura umana in quanto tale.
A questo ideale Wagner ha dedicato moltissime opere teoriche e una riflessione in continua evoluzione, provata dalle partiture musicali. Con una formula riassuntiva possiamo dire che dalle prime opere, ancora legate all’esigenza di rappresentare scenicamente situazioni, uomini, cose, oggetti, vicende storiche e geografiche, Wagner sviluppa un progressivo astrarsi della nozione di teatro. Si passa così dal vascello incantato dell'Olandese volante all'universo cavalleresco e romantico di Tannhaeuser e Lohengrin, fino agli elementi puri del Ring (il fuoco, l'acqua, la sede arcana degli dèi), dall'interiorizzazione suprema del Tristano al cerimoniale mistico di Parsifal. Con quest’ultima opera il teatro rappresentativo si riassorbe in quello rituale e concettuale, che contiene in sé le premesse dell’arte astratta del Novecento.
Sul palcoscenico della Scala, i più grandi artisti e scenografi hanno dedicato il proprio talento al genio wagneriano: Adolphe Appia, forse il più celebre e innovativo regista wagneriano, illustri pittori (Casorati, Sironi, Marussig, Oppo), grandi registi e scenografi del nostro tempo (Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Nikolaus Lehnhoff, Richard Peduzzi, Patrice Chéreau).
Un omaggio a Wagner attraverso la storia delle scenografie scaligere è così l’occasione per entrare in un mondo che ha rivoluzionato la concezione del teatro moderno.
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